Era da tempo che volevo percorrere la Via Francigena. O almeno una parte della via che da Canterbury porta a Roma.
Passa “dietro” casa mia, attraversando la Val d’Orcia prima di arrivare nel Lazio. Eppure non avevo mai fatto nemmeno una tappa.
Pensavo che avrei avuto bisogno di ferie, ed i momenti migliori dell’anno per dedicarsi a questo cammino di solito coincidono con il culmine della stagione turistica vinicola.
Poi l’occasione. Il Blog Tour di Visit Tuscany per far conoscere le storie legate ad alcuni luoghi della Francigena toscana, raccolte nel progetto Toscana Ovunque Bella.
La Via Francigena attraversa la Toscana entrando dal passo della Cisa, dove un portale di legno saluta i pellegrini che arrivano dall’Emilia, e termina a Radicofani, sotto l’austera rocca. In totale sono 15 tappe, che vanno dai 13km ai 33km con varie difficoltà.
Non avevo mai preso in considerazione l’idea di fare solo qualche tappa, impiegando un weekend o poco più, per avere già l’idea di cosa vuol dire “Cammino”.Una via di mezzo tra un’uscita di trekking, che ti riporta a dormire nel tuo letto la sera stessa, ed un percorso più impegnativo che senza dubbio richiede allenamento fisico e preparazione mentale.
Così ho scoperto la Lunigiana, dove non ero mai stata. Ammetto che ne sono rimasta stregata, complici forse la nebbia e la pioggia che non mi hanno infastidito, ma hanno reso perfetta un’atmosfera autunnale che si sposava meravigliosamente coi colori e le suggestioni di quelle zone.
Ho poi ritrovato la Val d’Orcia in una stagione più silenziosa ed intima, ma non meno affascinante. Le vigne in un’esplosione di colori caldi, la luce che allunga le ombre, i tramonti eccezionali sono veramente un aiuto per l’anima.
Ecco che ho iniziato a capire il perché di fare un viaggio (lungo o corto che sia, non importa) a piedi: le distanze si allungano, le percezioni si amplificano, i sensi si acuiscono ed il benessere fisico si unisce a quello mentale.
Chissà se è la stessa sensazione provata da Sigerio, l’arcivescovo di Canterbury durante il suo ritorno da Roma.
Fu proprio lui a “creare” la Via Francigena nel 990 d.C., annotando tutti i luoghi dove si fermava nel suo viaggiodi ritorno da Roma a Canterbury.
Molti ostelli portano il suo nome (o lo usano come password della wifi) ed alcuni sono gli stessi antichi edifici dove venne ospitato più di 1000 anni fa.
Non credevo di trovarne così tanti, di ostelli per dormire. Le strutture sono conventi, o pievi, o semplici rifugi dove presentado la credenziale del pellegrino (acquistabile online oppure in numerosi punti del cammino) si hanno delle riduzioni sul prezzo per dormire.
Con la credenziale si possono avere anche sconti nei bar o addiruttura sul prezzo del biglietto del treno per raggiungere una tappa.
Toccare con mano, anzi, coi piedi, la Francigena, mi ha dato la consapevolezza che è molto più semplice da farsi che non da programmare:
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guida alla mano, è facile trovare un segmento di percorso alla portata anche di chi non è allenato o non se la sente di scalare montagne.
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i sentieri sono segnalati benissimo, e comunque, con la guida ufficiale ed una buona cartina non ci si sbaglia.
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Gli ostelli sono presenti dappertutto e sono facilmente raggiungibili. Ho incontrato solo persone disponibili che non hanno mai fatto economia di parole o di informazioni.
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È alla portata di tutti. Non è necessario prendere un mese di ferie. Basta un weekend per fare due o tre tappe e sentirsi ritemprati da questo nuovo modo di percorrere l’Italia.
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Per chi si sente meno sicuro: non ci sono differenze linguistiche o culturali, il telefono ha il segnale nazionale e la copertura è quasi sempre presente.
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Stando via solo qualche giorno si ha modo di capire cos’è un cammino: cosa portare, come distribuire le energie, quando fermarsi. Così da poter pensare di affrontare un periodo più lungo sui sentieri con lo zaino in spalla.
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Ci si ritrova finalmente soli, immersi nella natura, lontani dal continuo stress delle notifiche e dei social, ed un po di cyber detox non può far che bene.
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