Ritornare bambini davanti alla Natività
Ricordate com’era il Natale quando eravamo bambini? Era soprattutto attesa e stupore.
Ogni volta si rinnovava la magia di una storia antica ed era bella la ripetizione dei gesti per costruire il Natale, sottoforma di decorazioni, albero o presepe.
Per questo entrare nella grotta di tufo dove è custodito il presepe artistico di Pallerone regala un’emozione intensa. Non tanto per la bella realizzazione, ma soprattutto per la storia dietro a questo manufatto.
Dagli scarti a nuova vita
Di Pallerone, un piccolo paese a pochi km da Aulla, non sapevo niente. Avevo solo letto sul sito di Toscana Ovunque Bella le origini di questo presepe fuori dal comune: era il 1953 quando un ragazzo del luogo iniziò a costruire un presepe animato, aiutandosi con corde e ruote e addirittura il motorino di un ventilatore, tutti materiali che trovava tra gli oggetti abbandonati o scartati.
Pian piano il presepe crebbe con l’aiuto di tanti compaesani, fino ad aver bisogno di una sede stabile dove poter essere sempre visibile, trovata poi nelle cucine di un palazzo marchionale adiacente alla chiesa di San Tommaso Becket, dove tradizionalmente veniva esposto.
Il presepe che ha unito un paese
Le spese per costruire quella che sarebbe poi diventata la grotta di tufo erano molto alte, ma ancora una volta tutti i palleronesi contribuirono con tutto quello che potevano per assicurare al presepe una fissa dimora.
Sulla porta della Chiesa c’è una lista con tanti nomi di persone del posto che si rendono disponibili ad azionare il presepe se qualcuno chiede di vederlo.
Sono gli stessi che se ne prendono cura, sostituendo i pezzi in caso di guasto o mantenendoli in perfetta funzione.
Come mi ha confidato il gentile signore che mi ha fatto entrare, è difficile adesso reperire gli stessi materiali usati 50 anni fa: ci sono cose che non vengono più prodotte, come alcune lampadine o piccoli ingranaggi.
Pensare che i motori ed i meccanismi che azionano e muovono i personaggi arrivano direttamente dalla seconda guerra mondiale, quando i tedeschi erano di stanza a Pallerone ed i paesani andavano nottetempo a rubare pezzi dei loro mezzi per sabotarli ma anche per completare il presepe!
L’aggregazione che ha creato il presepe tra i palleronesi è davvero magnifica!
Ci sono tantissimi altri aneddoti legati a questo presepe, che, come si può immaginare, è una delle attrazioni principali della piccola località lunigiana, e per questo viene mantenuta in ottime condizioni.
Una piccola deliziosa giornata
Si entra nella grotta e non importa che giorno dell’anno sia, per 7 minuti è il 24 Dicembre.
Davanti agli occhi si apre uno scenario largo 3 mt che brulica di vita: il pescatore tira su la rete, il boscaiolo colpisce un albero con l’accetta, il fornaio mette in vendita il pane fresco, il pastore incita le pecore su per una collina e molte persone si muovono per ponti e strade, avvicinandosi incuriosite alla grotta per adorare il Salvatore.
Durante i 7 minuti dell’azione, il sole sorge e cala, in un continuo mutare di luci. Arriva la sera e si compie il miracolo della nascita del bambino Gesù. In un cielo sfavillante di stelle compare la cometa. Gli angeli scendono verso la grotta per annunciare la notizia a tutto il mondo, mentre un dolce canto accompagna l’azione.
Non c’è un limite di volte in cui si può guardare di nuovo questa deliziosa breve giornata. Gli occhi ne vorranno ancora per apprezzare ogni dettaglio, scoprire nuovi personaggi e tornare bambini per altri 7 minuti!
Piccola nota gastronomica: a pochi metri dal presepe si trova la Locanda dell’Aviatore. Sembra di tornare indietro di cento anni. La sala è esattamente quella che si trovava nelle case delle vecchie zie, con i centrini sul tavolo, i liquori nelle ampolle di vetro e gli specchi un po’ macchiati dal tempo. Io me ne sono subito innamorata!
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